Prima Luigi Di Maio, a sorpresa, poi Benedetto Della Vedova per un “incontro previsto” e solo per “casualità” avvenuto subito dopo. Beppe Salainvestito da più parti nelle scorse settimane del ruolo di “federatore” del centrismo – apre la sua casa alle ‘consultazioni’ di alcuni leader dell’area. E il primo a mettere piede nell’appartamento del quartiere Brera dove vive il sindaco di Milano è il ministro degli Esteri, fresco di scissione dal M5s e ora leader di Insieme per il futuro. Il faccia a faccia tra i due è durato oltre un’ora e mezza e all’uscita Di Maio si è allontanato senza rilasciare dichiarazioni. Sala invece si è limitato a dire che con il ministro si è “parlato di Tribunale unico dei brevetti”, precisando che è stato anche l’argomento dell’incontro con Di Maio, perché “è il ministro degli Esteri”.

Subito dopo, il salotto del sindaco ha accolto il segretario di +Europa Benedetto Della Vedova per poco meno di un’ora. “Incontro programmato da tempo. Parleremo del Tub, il Tribunale unico dei brevetti”, ha spiegato Della Vedova prima di incontrare Sala. Poi all’uscita ha aggiunto: “Noi abbiamo un progetto molto preciso e molto netto e lavoriamo su questo. Non so esattamente Insieme per il futuro cosa stia facendo, noi stiamo facendo un’altra cosa e abbiamo già abbastanza lavoro”.

L’incontro, ha sottolineato, era “previsto” ed era poi stato “rimandato”. Ed è stato solo “casuale”, ha insisto il sottosegretario agli Esteri, che sia avvenuto nello stesso giorno in cui il primo cittadino milanese si è confrontato con Di Maio. ”Altrimenti – ha detto Della Vedova – sarei venuto col ministro”, con cui “lavoro bene” alla Farnesina, ma “sul piano politico abbiamo sempre avuto esperienze molto e in alcuni momenti moltissimo diverse”.

Il faccia a faccia tra Sala e Di Maio ha provocato reazioni nell’area centrista, ad iniziare da Carlo Calenda. Il leader di Azione ha twittato: “Davvero mi sfugge come Beppe Sala possa anche solo pensare che un tandem con Di Maio porti qualche beneficio a lui o al Paese”. E quindi ha affondato: “Il centro come ricettacolo di ogni trasformismo non è un progetto politico, ma un ufficio di collocamento. Di quelli gestiti dai navigator”. Mentre il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e leader del Centro Democratico, Bruno Tabacci, che ha concesso il suo simbolo per la formazione del gruppo dei dimaiani al Senato, ha commentato: “L’incontro Sala-Di Maio? Penso che abbiano un rapporto consolidato da tempo, non mi sembra una cosa sorprendente”.

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