Si intensifica la crisi energetica europea. Nonostante il gas abbia aperto in calo, e al di sotto dei 300 euro per megawattora, i prezzi dell’energia continuano ad aumentare. In Germania il costo del megawattora ha superato per la prima volta i mille euro. I prezzi per le consegne fisiche nel 2023 segnano un rialzo del 6,6%, a 1.050 euro al megawattora a segnalare che non ci si attende un rapido ritorno alla normalità. Il prezzo odierno si colloca a 658 euro. In Italia il prezzo medio ha raggiunto i 740 euro al MWh. Sabato scorso il costo medio dell’energia in Italia era stato fissato a 713,69 euro, dopo i 718 di venerdì. Prezzi particolarmente elevati si registrano anche in Francia, Austria, Belgio, Grecia, Ungheria. La Francia è alle prese anche con una flessione della generazione da nucleare. Decisamente più basse le quotazioni in Spagna e Portogallo (188 euro) e nei paesi scandinavi. Due anni fa la media dei prezzi era di 50 euro al megawattora. Secondo Assoutenti ogni famiglia italiana si ritrova a pagare 1.231 euro in più rispetto al 2020 solo per le bollette di luce e gas, con la spesa per l’energia salita nel biennio 2021-2022 complessivamente del 92,7%.

Il ministro dell’Economia tedesco, Robert Habeck, propone di affrontare il problema dei prezzi ‘impazzitì dell’energia elettrica sganciando il costo dell’elettricità da quello del gas, così da impedire che l’energia generata dai produttori che sostengono costi più bassi – come quelli solari o idroelettrici – venga pagata allo stesso prezzo di quella generata con il gas. “Il fatto che il prezzo più alto fissi sempre il prezzo per tutte le altre forme di energia potrebbe essere cambiato”, ha detto Habeck. “Stiamo lavorando duramente per trovare un nuovo modello di mercato. Abbiamo bisogno di mercati che funzionino e, allo stesso tempo, abbiamo bisogno di fissare regole affinché le posizioni nel mercato non siano abusate“. Il ministro ha aggiunto che nonostante i ridotti volumi di consegna dalla Russia gli impianti di stoccaggio di gas naturale in Germania raggiungeranno l’85% della loro capacità entro l’inizio di settembre. Il buon livello di riempimento raggiunto è la notizia che sta causando la discesa dei prezzi del gas.

L’attuale situazione di mercato accresce i rischi che alcuni operatori possano trovarsi a corto di liquidità, rischiando il fallimento in assenza di un intervento di sostegno dall’esterno. I fornitori sono infatti costretti a comprare oggi a prezzi decuplicati rispetto a quanto pagavano prima i clienti e non hanno ancora incassato i proventi delle future bollette adeguate ai nuovi costi. Il colosso tedesco Uniper ha chiesto altri 4 miliardi di euro di sostegno affermano di perdere 100 milioni di euro al giorno. Il gruppo ha già ricevuto da Berlino aiuti per 9 miliardi di euro. Il ministro delle Finanze austriaco Magnus Brunner ha affermato che l’operatore della capitale Wien Energy, che fornisce elettricità a 2 milioni di clienti, è in gravi difficoltà finanziarie e necessità di un intervento di salvataggio da 1,8 miliardi di euro. In Italia si moltiplicanogli appelli delle forze politiche al governo per un nuovo intervento a sostegno di famiglie a impresa da effettuare prima delle elezioni.

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