A pochi giorni dalla presentazione, attesa per lunedì, la prima legge di bilancio del governo Meloni è un cantiere. A palazzo Chigi c’è stato un vertice di due ore tra la presidente del Consiglio, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e i capigruppo di maggioranza (con la partecipazione dei vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini) per vagliare le proposte dei ministeri. La manovra dovrebbe avere un valore complessivo di una trentina di miliardi, finanziati per lo più in deficit, di cui circa 21 dovrebbero andare alla lotta contro il caro-bollette. Giorgetti ha ripetuto in più occasioni che si tratterà di una finanziaria improntata alla prudenza.

Mentre è confermato il condono sulle cartelle esattoriali fino al 2019, pare che si vada verso l’esclusione dello scudo fiscale per il rientro dei capitali dall’estero, un tema che non è stato toccato nel corso della riunione. L’intenzione sarebbe quella di non inserire la misura nella legge di bilancio, per avviare poi una riflessione sugli strumenti per far emergere i capitali non dichiarati.

Verrà alzato da 65mila a 85mila euro l’anno, invece, il reddito massimo per beneficiare della flat tax al 15% per autonomi e partite Iva. Sulle pensioni si va verso quota 103 (62 anni d’età e 41 di contributi), con la proroga dell’Ape sociale e di Opzione donna. Da finanziare anche con una revisione del reddito di cittadinanza, per quanto appaia assai difficile recuperare molte risorse mettendo nel mirino i percettori potenzialmente occupabili. Meloni ha detto di voler partire da una verifica a tappeto sul fatto che i percettori siano realmente residenti in Italia, per poi arrivare a riduzioni progressive e a una maggiore “severità” per gli occupabili. Si discute poi di una inedita tassa sulle consegne a domicilio per favorire il commercio di prossimità.

Confermato il mini taglio di due punti del cuneo fiscale già introdotto dal governo Draghi, per un costo di circa 3,5 miliardi. Ma andrebbe solo per due terzi ai lavoratori e per un terzo alle imprese. Dal canto suo, Forza Italia ha chiesto con forza la detassazione totale per i nuovi assunti under 34 per due o tre anni.

Secondo quanto emerso, si è parlato anche dell’azzeramento per un anno dell’Iva su pane, pasta e latte, un’operazione da quasi mezzo miliardo di euro. L’Iva sui prodotti per l’infanzia e per l’igiene intima femminile, cioè gli assorbenti, scenderebbe invece al 5%. Inoltre si lavora alla possibilità di togliere gli incentivi sulla benzina, lasciandoli solo sul diesel, sul modello della Francia: il costo ammonterebbe a due miliardi e mezzo.

Il governo inoltre starebbe lavorando ad una serie di misure in favore della famiglia, in particolare della natalità, che dovrebbero poter contare su un miliardo di euro. Il ministero della Famiglia, guidato da Eugenia Roccella, ha proposto il raddoppio da 100 a 200 euro della maggiorazione forfettaria dell’assegno unico universale per i nuclei familiari con quattro o più figli e 100 euro in più per i nuclei familiari con figli gemelli, fino al compimento del terzo anno di età. La maggiorazione avverrebbe a decorrere dal 2023. Lo stesso dicastero chiede di istituire un fondo da 68 milioni dedicato, a decorrere dall’anno 2023, ai centri estivi a favore dei ragazzi, in modo che il sostegno delle opportunità socio-educative a favore dei minori diventi strutturale. Tra le norme papabili di entrare nella legge di bilancio la riassegnazione di risorse non spese per la certificazione della parità di genere e il rifinanziamento di Centri anti-violenza e case rifugio con 10 milioni in più dal 2023.

Molte le proposte arrivate dal ministero delle Imprese e Made in Italy (ex Sviluppo economico). Tra le più più importanti uno stanziamento di 500 milioni di euro in due anni per rifinanziare la Nuova Sabatini, utilizzata dalle piccole e medie imprese per l’acquisto o acquisizione in leasing di beni strumentali. La misura mira anche ad accelerare i pagamenti in favore delle Pmi per venire incontro alle esigenze di liquidità per la crisi energetica in corso, nonché a prorogare il meccanismo di semplificazione estendendo anche alle domande presentate dal primo gennaio 2022, nei limiti delle risorse disponibili, la possibilità di beneficiare dell’erogazione delle quote successive in un’unica soluzione. Si prevede anche la proroga del termine per la realizzazione degli investimenti da parte delle imprese beneficiarie.

Tra le proposte c’è anche il rifinanziamento dei contratti di sviluppo: in particolare, la norma prevede di destinare 3,2 miliardi di euro per i programmi di sviluppo industriale e per la tutela ambientale e 0,8 miliardi di euro ai programmi di sviluppo di attività turistiche. Diverse le ipotesi sui crediti d’imposta: si propone la proroga per il 2023 del credito d’imposta per investimenti in attività di formazione 4.0; il potenziamento dei crediti d’imposta per investimenti in beni strumentali; per il credito d’imposta per investimenti in ricerca, sviluppo, innovazione, design e innovazione estetica si modificano le aliquote agevolative previste per il periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2023, ripristinando una differenziazione dei benefici spettanti tra le diverse attività agevolate in funzione del rischio tecnico e finanziario delle diverse tipologie di innovazione.

Proposto inoltre il rifinanziamento per un altro anno del bonus tv e decoder, per cui servono 100 milioni di euro. Il rifinanziamento è per due contributi già esistenti: per l’acquisto di tv, previa rottamazione di un apparecchio non conforme, con l’erogazione di un solo contributo per nucleo familiare, pari al 20% della spesa nel limite di 100 euro; per l’acquisto di apparecchi televisivi senza rottamazione o di decoder, con un contributo per i nuclei familiari con Isee fino a 20mila euro, trenta euro o il prezzo di vendita se inferiore.

Il ministero guidato da Adolfo Urso chiede anche un fondo ad hoc, con una dotazione di 100 milioni per il 2023, per promuovere e sostenere misure per la valorizzazione e la tutela del made in Italy. I settori ammissibili al finanziamento e il riparto delle risorse sono demandati ad uno o più decreti del ministero, di concerto con il Tesoro. Piccolo stanziamento, un milione di euro nel 2023 per rafforzare gli aiuti ai piccoli birrifici che producono birra artigianale. Tre milioni di euro nel triennio 2023-2025 per un fondo per l’alfabetizzazione mediatica e digitale e tutela dei minori nell’ambito dei media digitali.

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