Roberto Vannacci è indagato dalla Procura Roma per istigazione all’odio razziale. È l’ultima grana, in ordine di tempo, che riguarda il generale dell’esercito. In base a quanto si apprende il procedimento è stato avviato dopo le denunce presentate nelle scorse settimane da alcune associazioni: al centro alcune affermazioni che compaiono nel suo contestato libro “Il mondo al contrario”. Vannacci, che indiscrezioni danno come possibile candidato con la Lega alle Europee, risulta anche indagato dalla procura militare per peculato e truffa, in relazione a richieste di rimborso spese risalenti a quando ha ricoperto l’incarico di addetto militare a Mosca.

“Ho scritto un libro nel quale ho manifestato delle opinioni: forse per qualcuno criticabili, ma rimangono tali. Credo che nel 2023 le opinioni si combattono sul piano delle argomentazioni e non con la censura o nei tribunali“. È il commento del generale Vannacci. Intanto è immediata la reazione proprio della Lega che, con una nota, difende Vannacci: “Indagini che sono medaglie. Vecchi metodi del vecchio sistema. Avanti generale, avanti insieme, avanti Italia!”, scrive il partito di Matteo Salvini. Il generale è stato convocato negli uffici della Digos a Roma. La convocazione negli uffici di San Vitale è relativa all’elezione di domicilio. L’alto ufficiale è difeso dall’avvocato Giorgio Carta, esperto e specialista in diritto militare. “L’unica istigazione fatta è alla riflessione e alla lettura. Nessuna istigazione all’odio”, afferma il legale. Carta, come battuta, aggiunge: “Anche Galileo Galilei è stato processato per le sue idee ma 300 anni dopo è stato ‘assolto’. Speriamo, per dati anagrafici, di risolvere questa vicenda prima”.

Vannacci – autore del discusso best-seller colmo di tesi omofobe e retrograde – è attualmente capo di Stato Maggiore di Comfoter, le forze operative terrestri dell’esercito. Quattro mesi dopo la sospensione e la rimozione dalla guida dell’Istituto geografico militare, per il generale è arrivato, infatti, il nuovo incarico. Su di lui è ancora aperta un’inchiesta formale – autorizzata dal ministro della Difesa, Guido Crosetto – per accertare eventuali infrazioni disciplinari.

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