Il sindaco di Kiev Klitschko: “Ingiusto ma dovremmo cedere territori per la pace”. Poi fa marcia indietro

In Ucraina decine di civili continuano a essere vittime dei raid russi: il sindaco di Kiev Vitali Klitschko ha comunicato che nella notte sono morte due persone e altre 54 sono rimaste ferite a causa degli attacchi di Mosca. Ed è ancora in corso un’operazione di salvataggio per recuperare le vittime rimaste bloccate sotto le macerie. Tra i feriti risultano anche sei bambini e una donna incinta, mentre 38 persone sono state ricoverate in ospedale.
La guerra, insomma, prosegue senza alcun significativo avanzamento per l’Ucraina e con danni e sofferenze indicibili per la popolazione. Una situazione che induce Klitschko a dichiarare che il suo Paese potrebbe essere costretto a cedere territori e Volodymir Zelensky ad accettare “soluzioni dolorose” per assicurarsi “provvisoriamente” una pace con la Russia.
“Uno degli scenari è quello di cedere territorio. Non è corretto. Ma per la pace, per una pace provvisoria, forse può essere una soluzione, provvisoria“, ha aggiunto parlando alla Bbc, ricordando la sua “responsabilità per la capitale dell’Ucraina”, “cuore” del conflitto armato. Parole minimizzate poi su Telegram, dove il sindaco ha sostenuto di “non aver detto nulla di nuovo”, salvo richiamare “uno spiacevole scenario possibile, di cui molti politici e media parlano oggi nel mondo”. Ribadendo comunque che “il popolo ucraino non accetterà l’occupazione russa” ed è pronto a “combattere fino alla fine”.
Klitschko, ex pugile di 53 anni, è uno dei politici ucraini che gode di maggiore popolarità ed è indicato da alcuni come possibile candidato alle elezioni presidenziali che si terranno dopo il raggiungimento di un accordo di tregua. È inoltre una delle poche figure istituzionali ucraine ad avere pubblicamente dichiarato che il suo Paese potrebbe dover cedere parte del territorio, anche se temporaneamente. Avversario politico di Zelensky, ha ripetutamente accusato il presidente e la sua squadra di voler minare la sua autorità.