CO2

Le nuvole proteggono o favoriscono la crisi climatica?

Inquinamento atmosferico - Sono due gli effetti di nembi e cirri sul clima: da un lato riflettono e creano un effetto rinfrescante, dall'altro riscaldano l'atmosfera proprio come l'anidride carbonica rilasciata dai combustibili fossili

Di Società Italiana di Selvicoltura ed Ecologia Forestale (Giorgio Vacchiano)
16 Gennaio 2023

Le nuvole hanno due effetti opposti sul clima globale. Innanzitutto sono riflettenti: le loro superfici bianche riflettono verso l’alto i raggi del sole, creando un effetto rinfrescante. Una Terra senza nuvole sarebbe circa cinque volte più calda anche delle peggiori proiezioni di riscaldamento globale. Ma alcune nuvole creano anche un effetto di riscaldamento: i cirri – nuvole alte e sottili visibili nell’alta atmosfera in giornate relativamente limpide – isolano le radiazioni infrarosse provenienti della Terra, riscaldando l’atmosfera proprio come l’anidride carbonica rilasciata dalla combustione di combustibili fossili.
Quale effetto sarà più forte mentre il mondo si riscalda? Non è facile prevederlo, perché i simulatori computerizzati del clima lavorano su blocchi di atmosfera di diversi chilometri quadrati, mentre i meccanismi di formazione delle nuvole avvengono su dimensioni di un milionesimo di metro. Ma un nuovo studio dell’Imperial College di Londra sembra ora aver individuato una risposta, grazie all’uso di modelli climatici a scala molto più fine.
Gli scienziati prevedono che i cirri alti e sottili si sposteranno verso l’alto, aumentando la quantità di calore intrappolata nell’atmosfera. Dall’altro lato, man mano che il pianeta e specialmente l’oceano continuano a riscaldarsi, gli strati e stratocumuli più bassi che riflettono la radiazione solare potrebbero diminuire.
Ma c’è di più: le nuvole si formano attorno a piccole particelle solide sospese in atmosfera, come le polveri sottili o gli aerosol. La sacrosanta lotta alla crisi climatica e all’inquinamento atmosferico, che deve eliminare l’uso dei combustibili fossili e dei relativi prodotti di combustione, potrebbe ulteriormente rallentare la formazione delle nuvole basse, eliminando molti dei loro nuclei di aggregazione.
I nuovi risultati sulle nuvole restringono la “sensitività climatica”, cioè la risposta termica dell’atmosfera a un raddoppio della CO2, da un intervallo di 1.5-4 gradi a una più preoccupante stima di 3-3.5 gradi di riscaldamento.
Questo non significa che il pianeta raggiungerà sicuramente i 3 gradi di riscaldamento: se tutti i Paesi continueranno gli sforzi per completare la transizione energetica, la CO2 in atmosfera potrebbe stabilizzarsi a un livello significativamente inferiore a 560 ppm. Tuttavia, gli obiettivi di contenimento del riscaldamento globale che garantiscono una maggiore sicurezza dei cittadini potrebbero richiedere più impegno del previsto.

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